Siti Walter - 2008 - Il contagio by Siti Walter

Siti Walter - 2008 - Il contagio by Siti Walter

autore:Siti Walter [Siti WalterWalter]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852016127
Google: OCvfLBfaeNUC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00


«Più culo che anima»

Ma su quel camioncino tritarifiuti c’era il cadavere o no? Non s’è visto bene, la luce dei lampioni era filtrata dagli alberi, e poi l’inquadratura sarà durata al massimo cinque secondi. A me m’è parso che rotolava dentro il mulinello, quando la macchina da presa c’è tornata sopra la seconda volta; per me s’è ammazzato da solo. Comunque non si può fare un film che ti viene mal di testa a capirlo. Io ciò tutti brividi. Perché t’aveva preso la colonna sonora, te non stai mai a sentire quello che dicono, mo’ perché è di Sergio Leone…

Mauro e Simona discutono di C’era una volta in America, che è appena passato su Canale 5. Ma l’accusa di Simona è ingiusta, non è vero che i brividi di Mauro dipendano da Morricone e dal conformismo: una battuta gli si è infilzata nel cervello e non gli dà pace, anzi due: “i vincenti si riconoscono alla partenza” e “si può rubare la vita di un altro?”, cioè tradire un amico? Te sei pazzo, conclude Simona quando Mauro si chiude in bagno e annuncia che poi andrà a fare un giro, di non aspettarlo alzata.

Mauro vuole addormentarsi in silenzio, senza le interferenze del sesso e senza l’obbligo di strofinarsi, senza i tepori e le mezze bugie e le russatine ipocrite; vuole assecondare la processione dei suoi pensieri, bianchi come le suore del collegio (e, come loro, taglienti), stendersi nella sua parte di letto come in una bara e aspettare i sogni di favola: una slitta che fila velocissima sulla neve e uno scoiattolo aggraziato su un albero di Central Park. Che si strofina il muso, stringe una noce come se fosse un piatto da lavare. Da quando non abita più in borgata, Mauro ha perso gli automatismi animali, anche per il più semplice dei gesti deve pensarci su.

A Roma è grigio da più di dieci giorni; capita di rado, questa è una città in cui il cielo si muove. Grigio e freddo, come se il mondo non meritasse altro che essere se stesso – la depressione è una compagna occasionale ma intensa. Come la scarpa rimasta tra le macerie di un borgo terremotato. Fin dal sagrato della chiesa, uscendo col vestito chiaro di Armani (subito macchiato da quei deficienti che invece del riso crudo avevano lanciato il risotto con gli asparagi e gli arancini tipo bombe), si è reso conto che il matrimonio non poteva essere solo una polizza di normalità; che la vita coniugale avrebbe avuto senso se riusciva a considerarla come un sottoprodotto, il residuo di lavorazione di un progetto più grande articolato su due perni principali, dimenticare e fare fortuna.

Simona, da questo punto di vista, poteva rivelarsi un’ottima scelta: sufficientemente grintosa per spingerlo e con abbastanza poche radici per non intralciare il trapianto. Convinta da sempre che tutti abbiano una vita più interessante della sua, ha cercato di supplire ponendosi obiettivi inautentici. Prima la laurea breve in veterinaria (solo perché le era morta una gattina), poi l’appartamento indipendente



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